Cesare Battisti  (Trento, 4 febbraio 1875 – Trento, 12 luglio 1916)

 

 

 

Giuseppe Cesare Battisti nacque a Trento quando questa era ancora parte dell’Impero austro-ungarico da Cesare, commerciante, e dalla nobildonna Maria Teresa Fogolari. Era l’ultimo di otto fratelli. Dopo aver frequentato l’Imperial Regio Ginnasio a Trento, l’attuale Liceo Classico Giovanni Prati, per assecondare la madre si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza di Graz, dove si lega a un gruppo di studenti, con i quali fonda nel 1894 un’associazione di stampo socialista, la «Società degli studenti trentini»; contemporaneamente si iscrive all’Istituto di Studi Superiori di Firenze dove frequenta il primo anno alla facoltà di Lettere e Filosofia per poi proseguire gli studi umanistici a Torino. Nel maggio del 1895 Battisti è a Graz ma viene processato per contravvenzione alla legge sulle Associazioni. Chiusa definitivamente la parentesi austriaca, torna a Firenze per frequentare il terzo anno all’Università. Nello stesso periodo conosce Ernesta Bittanti, sua futura moglie. Si laurea a pieni voti nel 1897 con una tesi intitolata “Contributo alla geografia fisica e all’antropogeografia del Trentino” che verrà pubblicata l’anno seguente dall’editore Zippel di Trento con il titolo “Il Trentino”.
Seguendo le orme dello zio materno, don Luigi Fogolari (condannato a morte dall’Austria per cospirazione e poi graziato), abbraccia presto gli ideali patriottici dell’irredentismo. Successivamente agli studi universitari, si occupa di studi geografici e naturalistici: nel 1898 è infatti segretario del terzo Congresso geografico italiano tenutosi a Firenze.
Battisti abbandona ben presto l’idea di intraprendere la professione di insegnante a causa delle difficoltà per il riconoscimento delle lauree italiane in Austria; inoltre si stava diffondendo un sentimento di pangermanismo che rendeva difficile ottenere le cattedre italiane istituite presso l’Università di Innsbruck. Battisti decide così di rilevare una vecchia e piccola tipografia trentina, la Küpper-Fronza, che divenne nel 1901 la Società Tipografica Editrice Trentina (STET). Nel 1900 fonda il giornale socialista Il Popolo e quindi il settimanale illustrato Vita Trentina, entrambi stampati presso la nuova attività assieme a molte altre opere geografiche e sociologiche.
Desiderando combattere per la causa trentina con la politica e farla valere dall’interno, nel 1911 si fa eleggere deputato al Reichsrat, il parlamento di Vienna, per il Collegio di Trento città. Nel 1914 entra anche nella Dieta di Innsbruck, l’ultima tappa della sua attività in Austria. Si sposa con Ernesta Bittanti e ha tre figli: Luigi (1901-1946), Livia (1907-1978) e Camillo (1910-1982).
L’8 agosto 1914 Battisti, affiancato da Guido Larcher e Giovanni Pedrotti, fece pervenire al re Vittorio Emanuele III un appello nel quale il monarca veniva esortato a unire il Trentino al Regno, tentando prima coi mezzi diplomatici e, nel caso non fossero stati sufficienti, ricorrendo alle armi. Nel settembre 1914 Battisti, Larcher e Pedrotti, costituiscono a Milano la “Commissione dell’emigrazione trentina”, composta da un migliaio di affiliati.
L’11 agosto 1914, appena due settimane dopo lo scoppio della guerra austro-serba, il deputato Battisti abbandona il territorio austriaco e si trasferisce in Italia. Qualche giorno dopo lo seguirà anche la moglie con i loro tre figli. Battisti diventa subito un propagandista attivo per l’intervento italiano contro l’Impero austro-ungarico, tenendo comizi nelle maggiori città italiane e pubblicando articoli interventisti su giornali e riviste.
Il 26 aprile 1915 viene firmato il Patto di Londra e il 24 maggio l’Italia entra in guerra contro l’Austria. Battisti si arruola volontario e viene inquadrato nel Battaglione Alpini Edolo, 50ª Compagnia. Combatte al Montozzo sotto la guida di ufficiali come Gennaro Sora e Attilio Calvi. Per il suo sprezzo del pericolo in azioni arrischiate riceve, nell’agosto del 1915, una medaglia di bronzo, trasformata successivamente in medaglia d’argento. Dopo essere stato promosso tenente, viene trasferito a un reparto sciatori al Passo del Tonale e successivamente, al Battaglione Vicenza del 6º Reggimento Alpini, operante sul Monte Baldo nel 1915 e sul Pasubio nel 1916.
Nel maggio 1916 si trova a Malga Campobrun, in attesa dell’inizio della famosa Strafexpedition (15 maggio – 15 giugno 1916), preparando la controffensiva italiana. Il 10 luglio il Battaglione Vicenza, formato dalle Compagnie 59ª, 60ª, 61ª e da una Compagnia di marcia comandata dal tenente Cesare Battisti, di cui è subalterno anche il sottotenente Fabio Filzi, riceve l’ordine di conquistare il Monte Corno di Vallarsa (1765 m) sulla destra del Leno in Vallarsa, occupato dalle forze austro-ungariche.
Negli scontri con i Landesschützen austriaci, molti alpini caddero o furono fatti prigionieri. Tra questi ultimi vi furono lo stesso tenente Battisti e il sottotenente Filzi che, dopo essere stati riconosciuti, furono tradotti e incarcerati a Trento.
La mattina del 12 luglio 1916, fu condotto insieme con Fabio Filzi davanti al tribunale militare, che aveva sede al Castello del Buonconsiglio, al tempo adibito a caserma delle truppe austro-ungariche. L’esecuzione avvenne nella Fossa della Cervara, sul retro del castello verso le 16:30.

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