Jean Hatzfeld, A colpi di machete, Bompiani 2004

ean Hatzfeld, A colpi di machete, Bompiani 2004“Mi ricordo della prima persona che mi ha guardato quando l’ho colpita a morte. Quello sì che è stato impressionante. Gli occhi di qualcuno che uccidi sono immortali, se te li trovi di fronte al momento fatale.”
In quest’opera struggente, l’autore, giornalista inviato di guerra per “Libération”, fa parlare per la prima volta non le vittime, bensì i carnefici e, in particolare, un gruppo di nove persone. Quello che emerge è la “bestialità” di questi esseri umani, una bestialità che è qualcosa di più della violenza individuale, qualcosa di più della follia, qualcosa di diverso da una guerra vera e propria, perché è costituita dall’indifferenza più totale alla vita, alla morte, al dolore, a ogni forma di umanità.

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