Aleksandr Solzenicyn, Arcipelago Gulag, Oscar Mondatori 1990

DSC_0388Arcipelago Gulag è un saggio di inchiesta narrativa edito in tre volumi nel quale si ripercorre, con lucidità e precisione, il periodo di dittatura comunista in URSS e il terrificante utilizzo della giustizia politica e dei campi di concentramento amministrati dal Gulag disseminati in tutta l’Unione Sovietica. L’opera di Solženicyn unisce i tratti caratteristici dell’autobiografia, della ricerca storiografica e della critica incessante verso il potere sovietico, descrivendo minuziosamente, attraverso anche numerose testimonianze dei superstiti, il percorso carcerario dall’istruttoria ai lager speciali, dall’arresto causato da una delazione fino al termine della pena. Arcipelago Gulag ha avuto una risonanza molto rilevante per quel che riguarda l’opinione pubblica internazionale in quanto ha fornito il più seminale e dettagliato contributo sull’altra faccia dell’URSS post-rivoluzionaria. Concepito già nel 1958, Solzenicyn dovette far trafugare il testo in Occidente poiché il KGB era riuscito ad entrare in possesso di una copia ed a sequestrarla. L’autore riuscì a microfilmare il testo e a consegnarlo ad alcuni amici francesi. Arcipelago Gulag fu pubblicato in prima edizione a Parigi nel 1973, dando origine ad un vero e proprio sommovimento culturale. L’opera uscì in Italia il 25 maggio 1974 per i tipi della Mondadori, ma non suscitò un analogo interesse da parte dei nostri intellettuali. Scarse furono le recensioni sui giornali. Solzenicyn non piaceva ovviamente alla sinistra. La stessa Mondadori non preparò l’uscita del libro con un adeguato battage pubblicitario, anzi fece precedere l’uscita dell’Arcipelago da un libro di Oriana Fallaci, che oscurò quasi completamente l’opera del molto meno noto scrittore russo. L’unica recensione di rilievo sui quotidiani fu quella di Pietro Citati sul Corriere della Sera del 16 giugno, che però lo considerò solamente un memoriale di un prigioniero scampato a una più dura sorte. Nessuno, nel mondo intellettuale italiano, che subiva l’egemonia culturale della sinistra lo ignorò.

 

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