Frediano Sessi, Auschwitz 1940 – 1945, Bur storiaDSC_0181

1940-1945, l’inferno si trasferisce sulla terra in un’oscura località della Polonia occupata dai nazisti, e il cui nome sarebbe passato alla storia: Auschwitz. Il 14 giugno 1940, giunge al campo di concentramento il primo convoglio di prigionieri; cinque anni dopo, il 27 gennaio 1945, il lager viene liberato dall’Armata Rossa. Nell’orrore di quelle baracche erano stati deliberatamente assassinati più di un milione e mezzo di esseri umani e tra loro donne e bambini; ebrei soprattutto, ma anche zingari, prigionieri di guerra russi, dissidenti, omosessuali, testimoni di Jeohova ecc. Ad Auschwitz la vita non era bella, non c’era posto per le favole o per la poesia, ma pochi sanno ancora oggi cosa fosse veramente quel campo nazista di sterminio e di lavoro. Pochi ne conoscono la storia, l’esistenza quotidiana, fin dai primi giorni del funzionamento; le frustate dei Kapo, le torture, i tavoli operatori per cavie umane, le camere a gas e i forni crematori, la fame, il lavoro spossante e le punizioni, la distruzione dei sentimenti e dei legami di solidarietà che avevano lo scopo di distruggere prima l’animo che il corpo. Questo libro di Frediano Sessi, sulla base di testimonianze dirette, di racconti di sopravvissuti e di documenti d’archivio, per la prima volta ricostruisce l’orrore quotidiano, non tanto della follia, come sarebbe facile scrivere, ma della ragione degenerata del progetto totalitario hitleriano, di cui era a conoscenza anche il regime fascista italiano.

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