Matteo Marani, dallo scudetto ad Auschwitz, Imprimatur editore
Chi è stato Arpad Weisz? E per quale motivo uno dei grandi personaggi degli Anni 30 è caduto nell’oblio, al punto da non conoscerne, oggi, neanche il nome? Da queste domande nasce e si sviluppa il viaggio-inchiesta alla scoperta del trainer che ha vinto lo scudetto con l’Inter nel 1929-30 – il primo della Serie A come la conosciamo ora – e di altri tre titoli nazionali col grande Bologna. Oltre al Trofeo delle Esposizioni, la Champions League dell’epoca, conquistato contro i maestri del Chelsea. Era il 26 ottobre 1938 quando il protagonista di questo libro si dimise da tecnico del Bologna che aveva portato a dominare il calcio in Italia. A lui, Arpad Weisz, ebreo purosangue, e ai suoi famigliari, non fu più permesso di vivere in Italia dalle leggi razziali. Il 10 gennaio 1939, insieme ad altri profughi, si rifugiò in Francia passando dal valico di Bardonecchia. Da Parigi si spostò in Olanda,dove Arpad allenò la squadra locale, il DFC. In seguito all’occupazione tedesca dei Paesi Bassi, i Weisz furono dapprima rinchiusi in campi di lavoro e successivamente deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, ove trovarono la morte nel 1944.
Di fatto dimenticato e caduto nell’oblio per quasi sessant’anni, solamente nel gennaio 2009, su iniziativa del Comune di Bologna, è stata posta una targa in sua memoria sotto la torre di Maratona nello Stadio Dall’Ara. Il 27 gennaio 2012, in occasione della giornata della memoria, è stata posta una targa anche allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano, per ricordare l’allenatore del terzo scudetto nerazzurro. Il 15 gennaio 2013 gli è stato dedicato il quarto di finale di Coppa Italia tra Inter e Bologna, coi giocatori delle due squadre che sono entrati in campo con una maglietta commemorativa.