Edgar Hilsenrath, Notte, Voland

 

Marzo 1942. Sul ghetto di Prokov – città ucraina occupata dalle truppe romene, alleate con i nazisti – è perennemente notte. Giorno dopo giorno, smarrito in un’atmosfera apocalittica, Ranek combatte per sopravvivere. Antieroe spietato e cinico, è disposto a tutto pur di restare aggrappato alla vita, in un’incessante lotta per il cibo e un posto letto con gli altri personaggi del romanzo, ombre costrette a muoversi nella nebbia che si imprimono nella memoria del lettore. Paragonato a Viaggio al termine della notte e Morte a credito di Céline, ma anche ai testi di Miller, Steinbeck, Burroughs e Gor’kij, Notte è un affresco crudele e grottesco, unanimemente considerato un capolavoro. Controverso per la sua durezza, esce finalmente anche in traduzione italiana. L’autore Edgar Hilsenrath nasce a Lipsia nel 1926, ebreo d’origine orientale, fugge in Romania con la famiglia per sottrarsi alla minaccia nazista. Internato in un ghetto ucraino fino al 1944, nel 1951 si imbarca per gli Stati Uniti, dove rimane per oltre trent’anni, prima di rientrare in Germania e stabilirsi definitivamente a Berlino. La sua opera è ispirata dall’esperienza della guerra e della shoah, e la sua scrittura cruda e irriverente, giudicata spesso amorale, ha suscitato a lungo polemiche soprattutto in Germania. I suoi libri, di cui alcuni pubblicati negli Stati Uniti e soltanto diversi anni dopo in lingua originale, sono ormai best seller tradotti in tutto il mondo.

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