Giorgio di Tommaso detto lo Schiavone (Sebenico 1433-1436 – Sebenico 1504)

 

 

Nacque a Scardona presso Sebenico – dominio veneziano –  tra il 1433 e il 1436. Fu pittore e si firmava Sclavonus Discipulus Squarcioni, Georgius Dalmaticus Discipulus Squarcionis, Georgius Sclavonus Squarcioni. Compì, a quanto si può desumere, i primi studi in patria. Nel marzo 1456 andò a Padova: dopo aver stipulato a Venezia nel marzo di quell’anno un accordo con il pittore padovano Francesco Squarcione, in cui si obbligava a lavorare senza stipendio, mentre lo Squarcione doveva “docere mysterium suum” e mantenerlo. L’accordo fu rinnovato con piccole variazioni a Padova nell’agosto 1456 e nel dicembre 1458. Rimase a Padova fino al 1460-61; ma già in precedenza aveva rotto i rapporti con lo Squarcione il quale lo accusò più tardi di avergli rubato alcuni disegni tra i quali “unum cartonum cuin quibusdam nudis Poleyoli”. Si trasferì quindi a Zara dove la sua presenza viene documentata in atti notarili del 1461 e 1462. Passato a Sebenico, dove rimase per oltre quarant’anni, nel 1463 sposò Elena figlia del grande architetto e scultore Giorgio Dalmata.
Il 24 novembre 1504  fece testamento lasciando una somma per il duomo con obbligo di venirvi sepolto e dividendo i beni tra la moglie Elena e il figlio illegittimo Luca. Morì a Sebenico il 6 dicembre 1504
Il numero delle opere conservate è abbastanza esiguo. Se si eliminano le attribuzioni problematiche, incerte ed erronee, esso si limita a una dozzina di dipinti, i migliori dei quali appartengono secondo l’opinione della maggior parte degli studiosi al periodo giovanile. Queste opere sono: il polittico della National Gallery di Londra proveniente dalla chiesa di S. Niccolò a Padova; il trittico proveniente dalla chiesa di S. Francesco a Padova: la parte centrale con la Madonna col Bambino si trova negli Staatlichen Muscen in Berlino-Dahlem, mentre i pannelli laterali si conservano nella sacrestia dei canonici della cattedrale di Padova; l’affresco con Cristo morto fra angeli, nella chiesa degli Eremitani di Padova (distrutto nell’ultima guerra); la Madonna col Bambino tra S.Pietro martire e S. Antonio da Padova e il Ritratto virile nel Museo Jacquemart-André a Parigi; vari dipinti di Madonna coi Bambino rispettivamente nella Galleria Sabauda di Torino, nel Rijksmusetini di Amsterdam (Madonna “Goudstikker”), nel Museo Correr di Venezia, nella National Gallery di Londra, nella Galleria Walters di Baltimora; S. Girolamo e S.Alessio – pannelli di polittico – nella Galleria dell’Accademia Carrara a Bergamo. A questi dodici dipinti, accettati da tutti gli studiosi, si possono aggiungere la Madonna col Bambino tra s. Rocco e s. Antonio abate nella collezione Vitetti di Roma, attribuita dal Longhi (1926) allo Squarcione e rivendicata al Ć. da G. Gamulin e S. Bottari, come pure – con qualche incertezza – la Madonna col Bambino della Galleria d’arte di Spalato proveniente dalla collezione Frezzati di Venezia. Alcune altre opere gli vengono attribuite con più o meno fondate ipotesi (Madonna col Bambino nella Galleria Walters di Baltimora, n. 519, Madonna col Bambino dell’ex collezione Kaufmann di Berlino, e altre).

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