Guido Rumici, Infoibati, Mursia Editore 2002
Un velo di silenzio ha coperto per molti anni le vicende che hanno colpito il confine orientale d’Italia al termine della seconda guerra mondiale, come si volesse dimenticare una pagina buia del nostro Paese.
Nel settembre-ottobre del 1943 e, più tardi, nella primavera del 1945, con la presa del potere da parte delle autorità jugoslave guidate dal maresciallo Tito, diverse migliaia di Italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia vennero arrestati e deportati. Molti di loro non fecero più ritorno a casa, né si seppe più nulla della loro sorte.
Rilevante è il numero di coloro che vennero gettati nelle foibe, cavità naturali a forma di imbuto caratteristiche del paesaggio carsico della regione, spesso delle vere e proprie voragini, che sprofondano verticalmente nel terreno per decine o centinaia di metri, dove le loro salme non avrebbero dovuto essere più ritrovate. Le foibe divennero così la tomba di tantissimi sventurati, anche vittime dell’odio, delle passioni dell’epoca e degli avvenimenti storici e politici che travolsero la Venezia Giulia.
Questa drammatica pagina di storia, da troppo tempo dimenticata, viene ora raccontata in modo completo ed organico in questo volume. Si tratta di un’opera importante perché affronta con rigore storico ed obiettività un’epoca sicuramente difficile della storia delle nostre terre e, soprattutto, è un libro che, avendo divulgazione a livello nazionale, potrà far conoscere finalmente anche al di fuori della cerchia degli esuli le travagliate vicende di un popolo, quello giuliano dalmata, che da sempre si lamenta giustamente per la scarsa attenzione che la Nazione gli ha finora prestato.
E di ciò va dato merito all’autore che, dopo aver analizzato il drammatico periodo dell’esodo e del dopoguerra nella Venezia Giulia e in Dalmazia nel volume “Fratelli d’Istria”, pubblicato sempre dall’editore Mursia nel 2001, ha ora affrontato, con linguaggio semplice e lineare, la dolorosa pagina delle foibe che può essere vista come il completamento di un percorso di ricerca sull’intera storia del confine orientale d’Italia dal 1940 in poi.
Il libro “Infoibati” ha anche il merito di mettere in primo piano le vicende umane di tante persone gettate nelle voragini della Venezia Giulia, dalle foibe dell’Istria alle cavità del Carso triestino e goriziano. Numerose sono infatti le testimonianze dirette raccolte da Guido Rumici tra i parenti delle vittime e tra i sopravvissuti che, inserite nel contesto storico abbondantemente descritto, fanno capire il clima di pesante oppressione che attanagliò la popolazione civile di quelle terre martoriate. Gli avvenimenti dell’Istria, di Pola, Fiume, Trieste, Gorizia, Zara e della Dalmazia trovano spazio in specifici paragrafi che descrivono con completezza come le autorità partigiane assunsero il potere e come si svolsero gli arresti, le deportazioni e le uccisioni di tanti italiani.
La polizia segreta di Tito colpì con spietata precisione tutti coloro che potevano essere, di fatto o in teoria, possibili oppositori all’instaurazione del nuovo regime jugoslavo. In questa prospettica molte persone finirono non solo nelle foibe, ma furono uccise anche in vari altri modi: numerosi vennero fucilati o comunque eliminati in modo violento durante la loro deportazione, altri cessarono di vivere per malattia, per stenti o per esecuzioni sommarie nei lunghi periodi di detenzione nelle carceri e nei campi di concentramento jugoslavi. Moltissimi italiani rimasero rinchiusi nelle prigioni di Tito anche parecchi anni dopo la fine della guerra ed il regime jugoslavo si comportò in maniera assolutamente illegale, in spregio ad ogni norma del diritto internazionale.
Una ricca documentazione fotografica di una settantina di immagini arricchisce il volume “Infoibati” che in appendice presenta pure una serie di interessanti documenti che fanno luce su i crimini compiuti dai partigiani di Tito. Di rilievo la Relazione Harzarich compilata dai Vigili del Fuoco di Pola che recuperarono numerose salme dalle cavità istriane, nonché alcuni documenti di fonte jugoslava, inglese ed italiana, anche inediti, che aiutano a capire i meccanismi che furono alla base delle stragi perpetrate non solo nel periodo bellico, ma pure nel dopoguerra.
Il volume inquadra il dramma delle foibe nel contesto storico in cui avvenne la tragedia: i nomi, i luoghi, i testimoni di questi eccidi, sono tutti tasselli di un ampio mosaico che il lettore riesce agevolmente a capire.