André Schwarz-Bart, l’ultimo dei Giusti, Feltrinelli

 

DSC_0264Premio Bancarella 1961. André Schwarz-Bart nello scrivere questo romanzo, romanzo che sfocia nell’immane tragedia dell’Olocausto, con l’intento di ricostruire il lungo percorso dell’essere ebraico e di una continuità storica che era innanzitutto continuità spirituale. Il legame tra passato e presente, il filo unico di questa continuità è affidato alla Leggenda dei Giusti, uomini che assumono su“Da quando ho cominciato a scrivere, il mio sogno è stato di poter trattare un argomento come quello di L’ultimo dei Giusti. Ma per molto tempo non ne ho avuto il coraggio. Non voglio dire che pensassi di non averne i mezzi, voglio realmente dire che non credevo di avere il diritto di scrivere un libro come questo.” Così André Schwarz-Bart si esprime a proposito di questo romanzo. Le difficoltà a cui si riferisce erano quelle di scrivere un libro che, sfociando nell’immane tragedia dell’Olocausto, ne facesse l’atto finale di un lungo percorso dell’ “essere” ebraico e di una continuità storica che era innanzitutto continuità spirituale. Il legame tra passato e presente, il filo unico di questa continuità è affidato alla Leggenda dei Giusti, uomini che assumono su di sé la sofferenza degli altri, rendendone possibile la sopravvivenza in un mondo carico di dolore. “Il mondo riposerebbe su trentasei Giusti, i Lamed-waw, in nulla distinti dai comuni mortali; spesso non sanno d’esserlo neanche loro. Ma se uno ne mancasse, la sofferenza degli uomini avvelenerebbe persino l’anima dei neonati, e l’umanità soffocherebbe in un grido. Questo libro trae spunto dal ricordo di un amico e dai racconti che il nonno di questi soleva fare sui propri antenati, risalendo di generazione in generazione fino all’anno Mille.

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