Sigla del Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti (Comitato per la sicurezza dello stato), organo di polizia segreta dell’Unione Sovietica. Ufficialmente sottoposto al Consiglio dei ministri, dipendeva di fatto dal Politburo e dal segretario generale del Partito comunista (PCUS).
All’interno del paese, il KGB aveva il compito di assicurare la lealtà della popolazione al regime sovietico, sorvegliandola attraverso reti di informatori segreti e imprigionando gli elementi pericolosi per la sicurezza. Vigilava, inoltre, sulla lealtà politica delle forze armate e controllava la polizia di frontiera. All’estero il KGB agiva quale agenzia di spionaggio e controspionaggio e attuava operazioni segrete dirette a rafforzare il potere e l’influenza dell’URSS nel mondo.
Fondato nel 1954, il KGB era l’ultimo di una serie di servizi di sicurezza istituiti fin dai primi giorni della Rivoluzione sovietica, a cominciare dalla CEKA, organizzata da Feliks Dzeržinskij, seguita dalla GPU, diretta da Genrich Jagoda , e dal NKVD, esecutore delle grandi “purghe” degli anni 1935-1938 e che ebbe come dirigente, tra gli altri, Lavrentij Berija. Tra i capi del KGB ci fu anche Jurij Andropov, poi segretario generale del PCUS.